Farmaceutica. Italia prima in UE per produzione ma ancora indietro per ricerca. Il 64,7% del totale delle vendite è da generici

Condividi:
Share

L’Europa del farmaco rappresenta oggi il 23,4% del mercato mondiale dei farmaci a prescrizione medica, dà lavoro a 840 mila persone, di cui 125.000 nella ricerca, con una produzione annua per un valore di 287 miliardi di euro, al netto dell’export. I numeri sono stati resi noti in occasione dell’Assemblea annuale di Efpia, la Farmindustria europea

 

Un colosso che guarda però con una certa preoccupazione al futuro come sottolinea oggi in apertura dell’Assemblea annuale dell’Efpia il Dg Nathalie Moll: “Guardando le tendenze dal 2000, può darsi che il ritmo di avanzamento dell’occupazione, della produzione e delle esportazioni inizi a rallentare in Europa rispetto ad altre regioni del mondo”, ha detto sottolineando come, allo stesso tempo, “abbiamo visto la crescita dei mercati brasiliano, cinese e indiano superare quella dei primi 5 mercati europei. I nostri concorrenti globali hanno dato la priorità alle scienze della vita e noi dobbiamo rispondere con ambizione simile”.

E per farlo oggi l’Efpia rilancia alcune delle tematiche più scottanti già messe in evidenza in un draft dell’aprile scorso prevedendo una maggiore snellezza nelle procedure di autorizzazione e immissione in commercio dei nuovi farmaci, una revisione del sistema dei prezzi secondo prevedendo che il prezzo dei farmaci innovativi possa variare tra i paesi a seconda del loro livello economico e della loro capacità di spesa.

Ed è sempre il Dg Moll a sintetizzare questo approccio rilanciato oggi in assemblea: “Riducendo il tempo necessario per presentare domanda di determinazione del prezzo e rimborso in tutti i 27 Stati membri dell’UE, apportando maggiore trasparenza alle barriere e ai ritardi di accesso, creando un sistema di prezzi basato sull’equità, adottando  un efficiente sistema di valutazioni dell’efficacia relativa e condividendo informazioni sull’implementazione di nuovi meccanismi di determinazione dei prezzi, riteniamo che insieme possiamo creare un cambiamento radicale nel panorama dell’accesso per i pazienti in tutta Europa” e, evidentemente anche un beneficio per il posizionamento e il futuro delle aziende.

I numeri e la posizione dell’Italia in Europa. Ma tornando all’oggi, come dicevamo, il comparto farmaceutico europeo, comprendendo nel conto anche UK e Svizzera, è certamente uno degli asset produttivi e di sviluppo più importanti del continente e in questo quadro l’Italia si pone in chiaro scuro.

Siamo per esempio al top per la produzione dove, con un fatturato di 34,300 miliardi, veniamo superati solo dalla Svizzera (53,195 miliardi) ma ci collochiamo davanti sia alla Germania che alla Francia e al Regno Unito.

Tuttavia nonostante questo traguardo i nostri occupati sono meno di quelli dei nostri competitor: in Italia ci fermiamo infatti a 66.400 addetti a fronte ad esempio dei 115.519 della Germania e ai 93.310 della Francia.

In termini di mercato interno (a prezzi ex factory) il nostro resta uno dei più appetibili con un volume di affari di 23,4 miliardi in linea con il Regno Unito e leggermente al di sotto di quello francese, mentre la Germania svetta con un volume di 42,962 miliardi.

Saldo attivo per l’Italia anche per l’export con una bilancia in positivo per 5 miliardi. In questo campo siamo però surclassati da altri Paesi, tra tutti la piccola Irlanda che ha attratto a suo tempo molti siti produttivi sul suo territorio e può contare su un saldo attivo delle esportazioni farmaceutiche di ben 52,8 miliardi.

Bene anche la Svizzera con una bilancia in attivo di 42,2 miliardi.

Il capitolo ricerca ci vede ancora in ritardo rispetto ai nostri principali competitor con un investimento annuo di 1,6 miliardi a fronte dei 7,8 della Germania, dei 7,3 della Svizzera e dei poco meno di 5 miliardi della Francia e dei 4,5 del Regno Unito.

Dove siamo indiscutibilmente al primo posto è invece per quanto riguarda la percentuale di generici nel mercato farmaceutico interno che ormai rappresentano il 67,6% del totale a fronte di percentuali molto più basse in Germania (23%) e Francia (19,5%).

Notizie correlate

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Daily Health Industry © 2024