Dal diabete alle allergie: tutte le potenzialità della ricerca sull’esposoma

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Lo studio dell’esposoma, definito dai CDC americani come “la misura di tutte le esposizioni di un individuo nella vita e in che modo queste esposizioni sono correlate alla salute”, sta fornendo una nuova prospettiva su come i fattori ambientali e sociali influenzano i percorsi delle malattie e il benessere generale e il modo in cui si sviluppano i medicinali.

Nel 2020, l’UE ha lanciato l’European Human Exposome Network (EHEN), per affrontare i problemi legati ad ambiente e salute, un contenitore di nove progetti su larga scala in cui sono coinvolti 126 gruppi di ricerca in 24 paesi.

Una comprensione più approfondita dell’esposoma, infatti, potrebbe aiutare la ricerca in diverse aree, come quella delle malattie atopiche e delle allergie, per identificare i fattori di rischio genetici e ambientali e come questi si abbinano per incidere sul rischio complessivo di una malattia.

Il termine esposoma è stato coniato nel 2005 da Christopher Wild. Seguendo l’esempio del Progetto Genoma Umano, la ricerca sull’esposoma vuole mappare le esposizioni che influenzano il corpo umano nel corso della vita, per migliorare gli outcome sulla salute. E comprendendo gli effetti dell’esposizione ambientale sulla salute, si possono mitigare quelli dei cambiamenti climatici.

Le aree di ricerca riguardano diabete, fibrosi cistica e broncopneumopatia cronica ostruttiva, mentre nell’ambito delle malattie atopiche e delle allergie, i ricercatori si sono concentrati sull’incorporazione delle nuove conoscenze sull’esposoma negli approcci di medicina di precisione.

Oltre allo sviluppo dei farmaci, la ricerca sull’esposoma può avere implicazioni nel valutare come cambiamenti climatici e inquinamento atmosferico incidono sulla salute, anche per capire in che modo la disuguaglianza ambientale si collega alla disuguaglianza sanitaria.

La vastità dei dati raccolti, però, rallenta il processo di ampio utilizzo di queste informazioni. Di tutti i dati, gli scienziati hanno solo una piccola comprensione, ma sono comunque ottimisti sul possibile impatto che tale conoscenza potrebbe avere.

 

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