In occasione della Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu – che si celebra ogni anno il 7 settembre – un report dell’Economist Impact intitolato “Cleaner air, clearer lungs, better lives: exploring the intersection of air quality, health inequalities and lung health” svela nuovi spunti di riflessione sull’interazione tra qualità dell’aria, salute polmonare e disparità socioeconomiche.
Il report è supportato da Chiesi, gruppo biofarmaceutico internazionale specializzato in soluzioni per la salute delle vie respiratorie. A Milano Chiesi ha riunito oggi un panel di professionisti sanitari, scienziati ambientali e associazioni di pazienti per l’evento “Patient Perspectives on the Impact of Climate Change on Respiratory Wellbeing” in cui sono stati presentati i principali risultati del documento, con l’obiettivo di accendere i riflettori su coloro che patiscono maggiormente gli effetti nefasti della crisi climatica.
La casa farmaceutica italiana vuole contribuire a prevenire questa grave minaccia per la salute e promuovere una maggiore comprensione e collaborazione tra esperti di sostenibilità e salute.
I temi del sondaggio
Il sondaggio dell’Economist Impact e l’analisi della letteratura che l’accompagna, analizzando a fondo le esperienze di persone affette da malattie polmonari in cinque Paesi chiave (Regno Unito, Italia, Spagna, Germania e Francia), suggeriscono che i fattori legati al clima hanno un impatto significativo sulla qualità di vita, non solo in termini di salute fisica, ma anche di benessere complessivo. Il sondaggio esplora, inoltre, il modo in cui questo impatto possa interagire con altri parametri sociali, come l’istruzione, il reddito e lo stato socioeconomico complessivo, richiedendo soluzioni olistiche di politica sanitaria.
Sulla base di questi risultati, Chiesi ha presentato all’evento queste raccomandazioni programmatiche:
• Riconoscere l’impatto dei fattori legati al clima, come le ondate di calore e l’aumento delle concentrazioni di pollini, sulla qualità di vita complessiva dei pazienti affetti da patologie respiratorie, senza limitarsi alla sola salute polmonare;
• Prevedere che il cambiamento climatico possa ulteriormente aggravare questi problemi e quindi promuovere politiche sanitarie olistiche legate al clima;
• Affrontare le esigenze specifiche dei pazienti affetti da malattie respiratorie nell’ambito di strategie più ampie di adattamento al clima e di equità sanitaria, incentrate su: educazione dell’opinione pubblica sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute respiratoria, miglioramento dell’equità di accesso all’assistenza sanitaria e fornitura di un supporto personalizzato alle persone affette da malattie respiratorie durante gli eventi meteorologici estremi;
• Incoraggiare i principali attori della catena del valore dell’assistenza sanitaria ad adottare pratiche sostenibili che riducano l’impatto ambientale e promuovano la salute delle vie respiratorie;
• Facilitare la collaborazione e promuovere il dialogo tra operatori sanitari, esperti ambientali, rappresentanti del mondo dell’industria e delle comunità e gruppi di difesa dei pazienti. Ciò consentirà di formulare politiche per la salute respiratoria sulla base di prospettive diverse, culturalmente sensibili ed efficaci nel mitigare gli effetti nefasti del cambiamento climatico sulla salute respiratoria;
• Dare priorità a ricerche che esaminino l’intersezione tra salute respiratoria e cambiamenti climatici, ossia i rischi specifici, le vulnerabilità e le strategie di adattamento per le persone affette da patologie respiratorie.
“Quando si formulano politiche sulla salute respiratoria, troppo spesso si ignora il punto di vista delle persone affette da patologie polmonari. Questo documento mette in luce le questioni della salute polmonare, della qualità dell’aria e delle disuguaglianze sanitarie attraverso gli occhi dei pazienti affetti da patologie polmonari, per contribuire alla definizione di politiche più efficaci in materia di salute polmonare”, osserva Gerard Dunleavy, Senior Consultant dell’Economist Impact.
Gli europei e l’inquinamento atmosferico
Nonostante i miglioramenti complessivi della qualità dell’aria registrati nei cinque Paesi chiave, l’inquinamento atmosferico rimane una delle principali preoccupazioni per la salute degli europei. Il 69% degli intervistati ha dichiarato di ritenere che la situazione sia peggiorata negli ultimi cinque anni. Quando è stato chiesto al campione di indicare le principali cause dell’inquinamento atmosferico, oltre il 40% ha citato i fattori legati al cambiamento climatico, in particolare gli eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore e l’aumento delle concentrazioni di pollini.
“La crisi climatica è anche una crisi sanitaria. Il report sottolinea la necessità di inglobare il punto di vista dei pazienti e le loro esperienze reali nella valutazione degli elementi che, insieme, contribuiscono al benessere dei pazienti, e di tenerne conto nello sviluppo di soluzioni”, dichiara Carmen Dell’Anna, Head of Global Medical Affairs del Gruppo Chiesi. “I responsabili politici devono considerare che i fattori climatici e quelli socio-economici interagiscono e possono esercitare un impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti. Noi di Chiesi ci impegniamo a promuovere una maggiore comprensione dei determinanti ambientali delle malattie respiratorie e a intraprendere azioni chiare in tal senso, che non si limitino al solo trattamento dei sintomi.”
La percezione dell’impatto della cattiva qualità dell’aria è sensibilmente più alta nelle città che nelle campagne. Il 35% degli intervistati nei centri urbani afferma che la cattiva qualità dell’aria ha influito molto sui sintomi e solo il 5% ha affermato che non ha influito per nulla.
È tangibile anche la percezione che gli spostamenti per andare al lavoro, l’attività fisica all’aperto e al chiuso e la semplice permanenza in casa peggiorino la loro condizione polmonare.
“La Ella Roberta Foundation crede in un mondo in cui tutti possano respirare aria priva di inquinamento nocivo, indipendentemente dal luogo in cui vivono, dalla loro condizione economica o dalla loro origine etnica. In Europa stiamo registrando livelli di inquinamento atmosferico fuori dalle norme e il report ribadisce ancora una volta perché dobbiamo fare pressioni affinché questo aspetto rientri nell’agenda politica. L’inquinamento atmosferico uccide, ma non è inevitabile che sia così. Nel caso di Ella, il medico legale è stato chiaro: se il governo non ripulisce l’aria, i bambini come Ella continueranno a morire”, aggiunge Rosamund Adoo-Kissi-Debrah, Presidente della Ella Roberta Foundation, uno dei relatori all’evento di Milano.
Oltre alla salute fisica, la qualità dell’aria mette a dura prova anche il benessere complessivo dei pazienti. I pazienti che vivono in aree con scarsa qualità dell’aria hanno maggiori probabilità di temere un peggioramento della propria salute rispetto a quelli che vivono in aree con buona qualità dell’aria (rispettivamente il 44% vs il 28%).
La scarsa qualità dell’aria può costituire un ulteriore ostacolo al miglioramento della salute dei pazienti: oltre la metà degli intervistati in contesti con bassa qualità dell’aria riferisce di aver evitato attività all’aperto, sia di tipo fisico che sociale, che avrebbero potuto avere un impatto positivo sul loro benessere.
“È sorprendente come in questo secolo le cause di morte evitabili continuino a mietere vittime. Il peso delle malattie polmonari e respiratorie croniche (CRD) è in aumento a causa del peggioramento della qualità dell’aria provocato dall’inquinamento atmosferico, a sua volta aggravato dai cambiamenti climatici. È fondamentale affrontare le implicazioni più vaste della crisi climatica sulla qualità dell’aria. Il dialogo sarà fondamentale per diagnosticare, trattare e prevenire le malattie respiratorie. Prevenire queste malattie è più importante che curarle”, conclude Arzu Yorgancıoğlu, Presidente della Global Initiative for Asthma (GINA).