Negli Stati Uniti cambia il quadro regolatorio per le terapie CAR-T. La Food and Drug Administration ha annunciato la rimozione delle Risk Evaluation and Mitigation Strategies (REMS) per tutte le CAR-T autologhe approvate, alleggerendone in modo sostanziale i requisiti di somministrazione e monitoraggio. Le REMS sono le strategie di valutazione e mitigazione del rischio che l’ente regolatorio statunitense richiede per l’uso di farmaci la cui sicurezza non possa essere garantita solo attraverso le informazioni presenti nel foglietto illustrativo.
La decisione impatta positivamente sulleterapie prodotte da Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences, Johnson & Johnson e Novartis, impiegate nel trattamento di diversi tumori ematologici, tra cui leucemie, linfomi e mieloma multiplo.
Le REMS, introdotte all’epoca della prima approvazione (Kymriah, Novartis, 2017), prevedevano obblighi di certificazione per i centri, formazione specifica del personale e sorveglianza attiva di eventi avversi, come la sindrome da rilascio di citochine (CRS) e la neurotossicità ICANS (Immune effector Cell-Associated Neurotoxicity Syndrome), che può manifestarsi dopo il trattamento con CAR-T, successivamente o contemporaneamente alla sindrome da rilascio di citochine.
Il nuovo scenario
Ora l’agenzia regolatoria statunitense ritiene che il know how acquisito dai produttori e dalla comunità scientifica in questi anni renda superfluo l’istituto delle REMS. “Grazie all’esperienza consolidata della comunità ematologica e oncologica, l’uso sicuro ed efficace delle CAR-T può essere garantito anche senza un programma REMS”, si legge nella nota ufficiale della FDA.
Meno vincoli per pazienti e strutture
Contestualmente l’agenzia ha anche ridotto i vincoli post-trattamento per i pazienti. Il periodo di permanenza obbligatoria vicino al centro si riduce da un mese a due settimane; il divieto di guida o uso di macchinari passa da due mesi a due settimane.
Secondo l’Alliance for Regenerative Medicine il provvedimento “rimuove gli ostacoli logistici e finanziari” che hanno limitato la diffusione delle CAR-T, aprendo la strada a una potenziale espansione del mercato. Un punto di vista condiviso da alcuni analisti, come Daina Graybosch di Leerink Partners: “La riduzione del carico per pazienti e caregiver potrà accelerare l’adozione della terapia cellulare anche in contesti meno specialistici”.
Uno scenario in evoluzione
Attualmente sono sette le CAR-T autologhe approvate negli USA:
• Breyanzi (liso-cel, BMS), Yescarta (axicabtagene ciloleucel, Kit Pharma Gilead) e Tecartus (brexucabtagene autoleucel, sempre di Kite Pharma Gilead) per il linfoma;
• Kymriah (tisagenlecleucel, Novartis) per leucemia e linfoma;
• Abecma (ide-cel, BMS) e Carvykti ( cilta-cel, Janssen e Legend Biotech) per il mieloma multiplo;
• Aucatzyl (obecabtagene autoleucel di Autolus Therapeutics), indicata per la leucemia linfoblastica acuta (ALL) B cellulare in recidiva oppure refrattaria . Si tratta della terapia CAR-T più recente, la prima ad aver avuto l’ok della FDA senza il vincolo delle REMS. iniziale.