Con oltre 48 miliardi di dollari investiti nei primi sei mesi del 2025, la Cina si conferma il nuovo epicentro delle strategie globali dell’industria farmaceutica. Il dato, diffuso da IQVIA, ha già superato il valore complessivo delle operazioni concluse nell’intero 2024 e segnala un’accelerazione destinata a ridefinire gli equilibri del settore.
Il flusso di accordi e collaborazioni evidenzia la volontà delle big pharma di radicarsi più profondamente in un mercato che combina domanda crescente di terapie innovative, rapida espansione delle infrastrutture sanitarie e un quadro regolatorio sempre più aperto all’internazionalizzazione.
Le partnership spaziano dalla ricerca allo sviluppo, fino alla produzione e commercializzazione, e riflettono un approccio di lungo periodo: per molte aziende occidentali, la Cina non è più soltanto un mercato “emergente”, ma un laboratorio strategico in cui testare nuovi modelli di collaborazione pubblico-privato e sperimentare processi di accelerazione regolatoria.
Gli analisti sottolineano che, se il trend sarà confermato nella seconda metà dell’anno, il numero di accordi potrebbe superare ampiamente i 100 registrati nel 2024. Un ritmo che, se da un lato apre enormi opportunità, dall’altro richiede attenzione ai rischi legati alla geopolitica, alla proprietà intellettuale e alla crescente competizione dei player locali.
La sfida per le multinazionali sarà dunque quella di trovare un equilibrio tra l’accesso a un bacino di pazienti senza pari e la necessità di proteggere know-how e modelli di business, in un contesto in cui la Cina appare sempre più come partner imprescindibile, ma anche come competitor in rapido consolidamento.