Anche alcuni medici nutrono dubbi sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale. Anzi, non la vedono proprio di buon occhio. Una minoranza, 2 su 10, ma che rende bene l’idea di come questa rivoluzione tecnologica dovrà combattere molte battaglie prima di affermarsi definitivamente. Il dato emerge da un recente sondaggio condotto tra i camici bianchi USA da DHC Group.
L’indagine, inoltre, fa emergere un 45% del campione che solleva dubbi sull’utilità dell’AI in Medicina (almeno per ora), controbilanciato dal 71% di camici bianchi secondo il quale l’AI avrà un ruolo importante nell’ambulatorio del futuro, dalla scrittura dei documenti all’aiuto nella formulazione della diagnosi e nella radiologia/imaging.
“I medici abbracciano le innovazioni tecnologiche abbastanza rapidamente”, sottolinea Mark Bard, co-fondatore di DHC partner, “Però vogliono però verificare le novità. Sono curiosi per natura, ma approfondiscono le cose”.
Il sondaggio USA ci dice anche che i medici utilizzeranno l’AI per la ricerca mirata, la sintesi della documentazione, il sospetto o la conferma diagnostica e per automatizzare il flusso di lavoro.
“Non vogliono delegare la riflessione clinica all’AI, ma cercano modi per rendere meno noioso lo svolgimento degli aspetti amministrativi legati alla professione”, aggiunge Bard.
Infine, perplessità anche per quel che riguarda gli strumenti tecnologici basati sull’AI forniti dalle aziende farmaceutiche.
Alla domanda su come vorrebbero che il settore farmaceutico utilizzasse l’AI per aiutarli meglio, circa un terzo dei medici ha dichiarato di non essere interessato al supporto e ai servizi di AI da parte del settore. Il resto ha citato una serie di idee e di soluzioni che vanno dal servizio clienti di base al supporto e alle applicazioni dettagliate per la customer experience.