Il settore farmaceutico britannico corre il rischio di perdere la sua leadership nelle life science a causa di un calo significativo degli investimenti e dei finanziamenti in ricerca e sviluppo.
L’allarme arriva dall’Association of the British Pharmaceutical Industry (ABPI) ed è contenuto nel rapporto “Creating the conditions for investment and growth”.
Crollo degli investimenti esteri in due anni
Secondo l’analisi dell’ABPI, gli investimenti esteri diretti nelle life sciences sono crollati del 58% tra il 2021 e il 2023, passando da 1,9 miliardi a 795 milioni di sterline. La posizione del Regno Unito rispetto ai 12 Paesi di riferimento presi in esame dal rapporto – Belgio, Canada, Cina, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Singapore, Spagna, Svizzera e Stati Uniti – è scesa dal secondo al settimo posto. Anche la spesa in ricerca e sviluppo ha subito un calo, attestandosi a 8,7 miliardi di sterline, con una perdita potenziale di 1,3 miliardi rispetto al trend globale.
“In un contesto internazionale in rapida evoluzione e altamente competitivo, è molto difficile trovare una linea comune tra industria e governo sui fattori che influenzano gli investimenti”, sottolinea Richard Torbett, CEO dell’ABPI.
Le criticità strutturali
Il rapporto evidenzia alcune criticità strutturali: alti tassi di clawback, rallentamento dei trial clinici, tempi di avvio degli studi più lunghi rispetto ad altri Paesi europei e difficoltà sul rimborso delle terapie innovative. Nonostante il Regno Unito sia leader europeo per i trial su terapie cellulari e geniche, non tutte le innovazioni arrivano al NHS.
Le conseguenze
È di questi giorni la notizia che MSD ha cancellato un piano di espansione da 1 miliardo di sterline nel Regno Unito. La decisione riguarda la costruzione di un nuovo sito, motivata da un contesto sfavorevole per gli investimenti nel Paese, AstraZeneca, da alcuni mesi, ha messo gli USA al centro delle proprie strategie commerciali, arrivando addirittura a considerare il delisting del titolo dal mercato azionario di Londra.
“L’ambizione del governo è fare del Regno Unito l’hub numero uno europeo delle life sciences entro il 2030, migliorando gli esiti sanitari e costruendo un NHS pronto per il futuro – conclude Torbett – Questo sarà possibile solo affrontando urgentemente le debolezze sistemiche e valorizzando le aree di potenziale non ancora sfruttato”.
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