L’outsourcing è sempre più al centro del processo di sviluppo e produzione dei farmaci. Secondo quanto emerge dall’analisi pubblicata dalla testata britannica specializzata Manufacturing Chemist alcuni giorni fa, la domanda di molecole complesse, come peptidi e oligonucleotidi, e le crescenti pressioni sui tempi di accesso al mercato hanno spinto le aziende farmaceutiche a ricercare partnership esterne solide e strategiche.
Il modello tradizionale basato su contratti “fee-for-service” — ovvero accordi transazionali in cui il CDMO fornisce servizi specifici a pagamento — sta gradualmente lasciando spazio a collaborazioni di lungo periodo, in cui produttori farmaceutici e i CDMO (Contract Development and Manufacturing Organization) condividono obiettivi, trasparenza e responsabilità. Queste partnership strategiche non solo garantiscono l’accesso a impianti produttivi specialistici senza la necessità di ingenti investimenti in infrastrutture interne, ma permettono anche di sfruttare processi collaudati, accelerare l’immissione sul mercato e ottimizzare costi e risorse.
Supply chain al centro del processo
Un aspetto chiave evidenziato dall’articolo riguarda l’integrazione della supply chain. Le aziende farmaceutiche chiedono sempre maggiore controllo sulle operazioni dei CDMO, con comunicazioni in tempo reale e KPI condivisi, così da garantire continuità e sicurezza della fornitura. Parallelamente, si va consolidando un nuovo trend tra i fornitori: le grandi aziende scelgono un numero ridotto di partner fidati per rafforzare le relazioni e ottimizzare il coordinamento, accettando anche il rischio derivante da una catena di approvvigionamento inevitabilmente più corta.
Outsourcing, resilienza e gestione dei rischi
L’esperienza della pandemia di COVID-19 ha inoltre spinto il settore a rafforzare resilienza e gestione dei rischi. L’outsourcing è oggi considerato uno strumento valido per mitigare le interruzioni operative, se ci si affida a CDMO con supply chain collaudate e si diversificano le fonti di approvvigionamento. Accanto alla sicurezza della catena, cresce anche la richiesta di flessibilità e soluzioni personalizzate: le aziende richiedono ai partner CDMO la capacità di adattarsi ai processi interni, a pianificazioni flessibili e KPI su misura, superando l’approccio “uguale per tutti”.
Verso un modello sempre più integrato
Le prospettive per il futuro indicano un ulteriore consolidamento di questo modello integrato. Le partnership CDMO-aziende pharma si estenderanno anche alla strategia regolatoria, al trasferimento tecnologico e allo sviluppo clinico, con un focus sempre più concentrato sulla sostenibilità, aderendo in particolare a quanto previsto da Scope 3 circa le emissioni industriali.
Le collaborazioni più efficaci – conclude Manufacturing Chemist – saranno quelle basate su integrazione, trasparenza e adattabilità, con l’obiettivo finale di promuovere innovazione e migliorare l’accesso ai farmaci.