Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato nel corso di una conferenza stampa la firma di un nuovo ordine esecutivo che mira a “tagliare il prezzo dei farmaci di circa il 60%, ma con punte del 70, 80, 90%. Attualmente nel nostro Paese i medicinali hanno un costo molto più alto che in altre nazioni avanzate e quello che faremo è semplicemente riequilibrare il mercato. Si dice che il prezzo dei farmaci sia dovuto ai costi di ricerca e sviluppo: anche l’Europa deve contribuire a sostenere questo peso”, ha spiegato.
In parallelo all’annuncio circolato già nelle ore scorse, le azioni farmaceutiche globali sono crollate. AbbVie, Amgen, Pfizer, Eli Lilly e Merck sono scese tra il 2,2% e il 3,7% nelle contrattazioni pre-mercato. In Europa AstraZeneca, GSK e Roche Holding hanno perso tra il 3,3% e il 6,8%.
Trump ha affermato che gli Stati Uniti smettono in questo modo di “sovvenzionare” i costi sanitari per gli altri paesi. “C’è una nuova parola che ho inventato, che credo sia probabilmente la migliore: equilizzeremo il sistema, quindi pagheremo tutti la stessa cifra. Il principio è semplice: qualunque sia il prezzo più basso pagato per un farmaco in altri paesi sviluppati, quello è il prezzo che pagheranno gli americani. Uso il termine ‘altri paesi sviluppati’ perché ci sono alcuni paesi che hanno bisogno di ulteriore aiuto, e va bene così”.
Trump ha proseguito sottolineando che “in molti casi, i nostri cittadini pagano prezzi enormemente più alti di quelli che pagano altre nazioni per la stessa identica pillola, proveniente dalla stessa fabbrica, sovvenzionando di fatto il socialismo all’estero, con prezzi alle stelle in patria. Quindi spendiamo enormi quantità di denaro per fornire farmaci a basso costo a un altro Paese. E quando dico che il prezzo è diverso, ci sono alcuni esempi in cui è al di là di ogni aspettativa: quattro volte, cinque volte diverso. Recentemente mi ha telefonato un amico che soffre di obesità: era a Londra e mi ha detto che il suo farmaco lì costava 88 dollari, contro i 390 di New York. Questo deve finire”.
Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani Robert F. Kennedy Jr ha commentato la misura ringraziando il presidente Trump per aver avuto “per la prima volta la forza e il coraggio di intervenire in questo sistema ingiusto. La questione dei prezzi è una preoccupazione bipartisan ma una questione ‘radioattiva’. Ma abbiamo un presidente che non si lascia comprare”. Il commissario della Food and Drug Administration Martin Makary, presente dalla conferenza, ha garantito “la massima collaborazione affinché questo ordine venga realizzato”.
“L’Ordine – si legge in una nota della Casa Bianca – incarica il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti e il Segretario al Commercio di intervenire per garantire che i paesi stranieri non siano coinvolti in pratiche che intenzionalmente e ingiustamente abbassano i prezzi di mercato e ne provocano l’aumento negli Stati Uniti. Si incarica inoltre l’Amministrazione di comunicare gli obiettivi di prezzo alle case farmaceutiche per garantire che l’America, il maggiore acquirente e finanziatore di farmaci da prescrizione al mondo, ottenga il miglior prezzo. Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani istituirà un meccanismo attraverso il quale i pazienti americani potranno acquistare i loro farmaci direttamente dai produttori che li vendono agli americani al prezzo della ‘Nazione più Favorita’, bypassando gli intermediari. Se le case farmaceutiche non riusciranno a offrire il prezzo della nazione più favorita, l’Ordine incarica il Segretario della Salute e dei Servizi Umani di: 1) proporre regole che impongano il prezzo della nazione più favorita 2) adottare altre misure aggressive per ridurre significativamente il costo dei farmaci da prescrizione per i consumatori americani e porre fine alle pratiche anticoncorrenziali”.
La Casa Bianca evidenzia che “secondo dati recenti, i prezzi che gli americani pagano per i farmaci di marca sono più di tre volte superiori a quelli pagati dalle altre nazioni Ocse, anche tenendo conto degli sconti concessi dalle case farmaceutiche. Gli Stati Uniti hanno meno del 5% della popolazione mondiale, eppure finanziano circa il 75% dei profitti farmaceutici globali. Le case farmaceutiche applicano sconti sui loro prodotti per accedere ai mercati esteri e poi sovvenzionano tali sconti attraverso prezzi elevati applicati in America: in sostanza, gli americani stanno sovvenzionando i profitti delle case farmaceutiche e i sistemi sanitari stranieri, nonostante le case farmaceutiche beneficino di generosi sussidi alla ricerca e di un’enorme spesa sanitaria da parte del governo statunitense. Durante il suo primo mandato, il Presidente Trump ha adottato un provvedimento storico per impedire che Medicare e gli anziani pagassero di più per i farmaci rispetto a Paesi economicamente comparabili, provvedimento che l’Amministrazione Biden ha revocato prima che potesse entrare in vigore. Invece di risolvere questo problema, il più grande successo dell’Amministrazione Biden è stato negoziare prezzi che, in media, erano del 78% superiori rispetto a quelli di 11 Paesi comparabili”.
“Il Presidente Trump sta mantenendo la sua promessa di mettere ancora una volta l’America al primo posto, promuovendo gli sforzi per garantire ai pazienti e ai contribuenti americani un trattamento equo per i farmaci da prescrizione. Questo decreto si basa sulle azioni intraprese dal Presidente Trump durante il suo primo mandato per compiere progressi nella riduzione delle disparità di prezzo in patria e amplia tali sforzi includendo Medicaid oltre a Medicare. Il Presidente Trump ha recentemente firmato un Ordine Esecutivo per adottare ulteriori misure volte ad abbassare i prezzi dei farmaci, tra cui l’offerta di sconti consistenti ai pazienti a basso reddito per i farmaci salvavita, la facilitazione dei programmi di importazione e l’aumento della disponibilità di farmaci generici e biosimilari. Il Presidente sta inoltre lavorando per rendere i prezzi dei farmaci radicalmente trasparenti, avendo recentemente firmato un Ordine Esecutivo per dare seguito ai suoi storici sforzi per la trasparenza dei prezzi intrapresi durante il suo primo mandato”.
Secondo Robert Nisticò, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, “i più alti prezzi dei medicinali negli Stati Uniti, denunciati dal presidente Trump, sono il risultato di un sistema interamente privatizzato che contribuisce ad aumentare tutte le voci di spesa sanitaria. Al contrario, il nostro Servizio sanitario nazionale, anche grazie al lavoro dell’AIFA, riesce a ottenere per i farmaci prezzi tra i più favorevoli tra i Paesi OCSE. Non possiamo ignorare, però – prosegue – che anche in Italia la spesa farmaceutica è in costante crescita. È dunque necessario intervenire sulla governance, individuando strumenti che consentano di premiare esclusivamente l’innovazione autentica, quella capace di dimostrare con dati reali un beneficio terapeutico concreto per i cittadini”.