Avviato l’iter approvativo anche in Aifa per il Jak inibitore Momelotinib per la cura della mielofibrosi, frutto della ricerca Gsk. A dirlo è stata Maria Sofia Rosati, responsabile medico e direttore Oncoematologia Italia Gsk in occasione del media tutorial realizzato dall’azienda presso la propria sede di Verona. “Abbiamo già sottomesso la richiesta di approvazione al nostro regolatorio ma Gsk è pioniere in questo perché il farmaco, attraverso quello che in Italia è codificato come uso compassionevole, è già a disposizione dei pazienti e dei clinici che ne fanno richiesta”. Ad oggi, da inizio programma, sono stati trattati in Italia circa 230 pazienti, ha spiegato ancora Rosati, e se consideriamo la difficoltà di diagnosi della mielofibrosi il numero è significativo.
Momelotinib è un farmaco che si differenzia dai precedenti Jak inibitori in quanto riesce a intervenire non solo su Jak1 e Jak2, ma è in grado di migliorare l’anemia con conseguenti benefici sulla qualità di vita dei pazienti. “Gsk È intervenuta in questo percorso a fianco del paziente”, ha detto Rosati. “Non abbiamo solo sviluppato un farmaco, ma lo abbiamo fatto pensando a quelli che erano i loro bisogni. La tecnologia che abbiamo sviluppato, il farmaco di questa classe di Jak inibitori, e che è stato recentemente approvato dal EMA, è un farmaco che permette a molti di questi pazienti di potersi liberare o comunque di limitare la necessità delle trasfusioni”. Tradotto in altre parole il farmaco è in grado di intervenire sulla trasfusione-dipendenza che spesso caratterizza la vita dei pazienti con mielofibrosi e quindi migliorandone la qualità di vita.
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