Farmaci di automedicazione in Italia. 2018 positivo

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2018 positivo per i farmaci di automedicazione in Italia.

In linea con le previsioni, l’anno si è chiuso confermando un buon andamento delle vendite, il migliore dal 2015.
Secondo le elaborazioni di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) su dati IQVIA, i fatturati, pari a quasi 2,5 miliardi di euro, sono in crescita del 2,7% mentre i consumi – poco più di 277 milioni di confezioni – restano sostanzialmente stabili, per quanto di segno negativo, rispetto al 2017 (-0,4%).

In particolare, dopo un biennio di fatturati e consumi in diminuzione, il mercato dell’automedicazione mostra segnali di ripresa grazie alla maggiore diffusione delle sindromi influenzali e da raffreddamento nel corso della stagione influenzale 2017/2018 che ha registrato l’incidenza più elevata dalla stagione 2004/2005.

L’andamento dei consumi conferma, quindi, come i trend del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione siano comunque strettamente collegati, sul breve periodo, alla stagionalità e quanto, più in generale, siano determinati dalla comparsa di specifici disturbi, mentre la spesa beneficia della variazione del mix di consumo verso nuovi prodotti e nuove confezioni.

Differenze Nord-Sud
Nonostante il mercato rilevi segnali di innovazione in termini di diversificazione dell’offerta e lanci di nuovi prodotti, risente però strutturalmente sia della diversa propensione alla spesa out of pocket tra il Nord e il Sud del Paese, sia della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi non ancora disponibili come farmaci OTC in Italia, a differenza di quanto avviene in molti altri Paesi europei.

“Il 2018 ha segnato la ripresa del settore italiano dei farmaci senza obbligo di ricetta, una crescita che, per quanto condizionata dalla minore o maggiore incidenza dei malanni di stagione, rende merito alle aziende del comparto che investono quotidianamente nell’innovazione dei dosaggi e delle formulazioni per migliorare costantemente il profilo di efficacia e sicurezza che caratterizza i farmaci di automedicazione” dice Maurizio Chirieleison, Presidente di Assosalute. “I medicinali da banco sostengono la salute dei singoli e possono dare un contributo importante anche alla ridefinizione della governance farmaceutica e alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

Per questo resta fondamentale un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo – continua Chirieleison – che permetterebbe, insieme ad azioni condivise di informazione ed educazione, a una corretta gestione della crescente autonomia in tema di salute e benessere di liberare risorse pubbliche. Ciò implica la valorizzazione economica, sociale e industriale del settore e delle caratteristiche distintive dei farmaci OTC rispetto agli altri prodotti per la salute presenti sul banco del farmacista, ma che farmaci non sono”.

I prodotti notificati a connotazione farmaceutica
La contrazione dei consumi sul lungo periodo evidenzia anche gli effetti della concorrenza dei prodotti notificati a connotazione farmaceutica (integratori, erboristici, omeopatici, etc.), spesso confusi con i farmaci da banco.
Questi prodotti erodono quote di mercato ai farmaci senza obbligo di prescrizione grazie ad un trend di crescita ormai consolidato e che si conferma anche nel 2018: +2,6% e +5,0% rispettivamente l’aumento dei consumi (per quasi 292 milioni di confezioni) e dei fatturati (per un giro d’affari complessivo di 4,2 miliardi di euro).

OTC e SOP
Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali le specialità di automedicazione o OTC e i farmaci SOP, si osservano trend similari ma migliori per gli OTC: i consumi restano sostanzialmente stabili, per quanto di segno negativo, per i primi (-0,2%) e sono in contrazione, seppur di misura, per i secondi (-0,9%) mentre i fatturati presentano un andamento decisamente più dinamico per gli OTC – che fanno registrare un +3,3% – rispetto al debole +1,0% dei SOP.

I canali di vendita
Consolidate risultano essere le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita: la farmacia detiene una quota di mercato pari al 91,0% a volumi e al 92,4% a valori. Diminuisce lievemente la quota di mercato dei corner della Grande Distribuzione Organizzata a favore soprattutto delle parafarmacie che cumulano una quota di mercato del 5,9% a volumi e del 5,3% a valori (era del 5,6% e del 5,1% rispettivamente nel 2017) anche grazie a un buon andamento delle vendite, invece, in forte contrazione per i corner GDO.

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