Lilly: cambiare decision making sui trial clinici in Italia

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Lilly compie 140 anni e fa il punto sulla ricerca in Italia. “La ragione per cui il sistema italiano dei trial clinici sui farmaci è cosi’ lento, è dovuta al fatto che l’Italia è frammentata nel decision making: ogni provincia o regione ha un suo comitato etico che andrebbe centralizzato per facilitare le cose –  dice Eric Baclet, presidente e amministratore delegato di Lilly Italia – Nonostante le difficoltà riusciamo a condurre diversi trial clinici, e il 7% dei test in Italia viene effettuato su molecole Lilly”, aggiunge Baclet. “l’Italia, nel momento in cui chiede e ottiene questo tipo di investimenti, come Stato deve mettersi nelle condizioni di creare un ecosistema che permetta alla fabbrica di funzionare”,aggiunge Concetto Vasta, responsabile relazioni istituzionali dell’azienda. “Come Farmindustria abbiamo chiesto, e il governo sembra si stia muovendo in questo senso, di rafforzare l’Aifa con un numero di ispettori sufficienti a poter garantire ispezioni delle fabbriche nei tempi richiesti” ,aggiunge il manager.

Regole chiare per l’ecosistema 
“E’ importante per ogni azienda farmaceutica che si trovi a operare in Italia – precisa l’AD di Lilly Italia – percepire che l’ecosistema intorno a lei funzioni e conduca alla sostenibilità industriale. Per un’industria come la nostra, che si occupa di bisogni primari, l’ecosistema è fatto da un sistema di tutela dei brevetti che regga, da un sistema di prezzi che riconosca il valore di ricerca e innovazione, e da percorsi normativi snelli”. Baclet ha ricordato che nel sito di Sesto Fiorentino “si produce il 50% dell’insulina di Lilly nel mondo.

 

 

 

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