Hervé Hoppenot, alla guida di Incyte dal 2014, ha annunciato il suo ritiro entro fine anno. Lascerà il posto a Bill Meury, manager con una solida esperienza in fusioni e acquisizioni. Questo cambio al vertice ha immediatamente alimentato aspettative di possibili operazioni straordinarie, sia in entrata che in uscita.
Hoppenot ha trasformato Incyte da realtà focalizzata su un unico prodotto (Jakafi, nel 2013 con fatturato di 355 milioni di dollari) in un’azienda con un portafoglio di sei farmaci e ricavi da 4,2 miliardi nel 2024. Pur lasciando il timone dopo 11 anni, ha deciso di rimanere fino a fine anno come consigliere e membro del Cda per garantire una transizione fluida.
Meury, manager specializzato in M&A
Il nuovo CEO Bill Meury ha guidato Anthos Therapeutics e Karuna Therapeutics, entrambe acquisite da big pharma, rispettivamente da Novartis (per 925 milioni di dollari) e da Bristol Myers Squibb (14 miliardi). L’esperienza ventennale maturata in Allergan, in ruoli di alto profilo, rafforza ulteriormente il suo posizionamento come manager orientato alle strategie di crescita per linee esterne.
Schizza il titolo Incyte in Borsa
L’annuncio del cambio al vertice ha fatto impennare il titolo Incyte del 4–5 % nel pre-market del 26 giugno. Gli analisti di RBC Capital Markets sono convinti che con Meury alla guida l’azienda possa diventare un potenziale “bersaglio “per operazioni di M&A.
Una solida pipeline oncologica
Con un portafoglio ormai robusto e dieci lanci previsti entro il 2030, Incyte può anche rivelarsi un player in grado di guidare operazioni e acquisizioni strategiche – sia in fase avanzata, sia su asset early stage – e scegliere di rilanciare con forza la propria presenza sui mercati europei.
Riflessi anche sull’Italia?
In sintesi, con l’avvicendamento Hoppenot–Meury, Incyte passa da una leadership consolidata a una visione più offensiva e orientata agli asset, potenzialmente aperta a operazioni straordinarie. Per il mercato italiano – secondo alcuni osservatori – la prospettiva di acquisizioni mirate potrebbe tradursi in nuove collaborazioni regionali, opportunità per l’accesso all’innovazione e consolidamento del network R&D.