Vaccini: per il 2022 è corsa a tre. Ma GSK è in testa

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Cambio di scenario, nell’arco di un anno, per il business dei vaccini. Se le stime e le previsione degli analisti, nel 2015, parlavano di una leadership guidata da Merck & Co, la realtà – a distanza di 12 mesi – vede la britannica GlaxoSmithKline candidata a diventare la capofila entro il 2022. Tutto grazie al big deal con la divisione vaccini Novartis, acquisita dal gruppo inglese. Secondo il report stilato da EvaluatePharma (EP) “la posizione di GSK è stata ampiamente rinforzata dall’accordo stretto con la big-pharma svizzera. Un fatto, che porterà una crescita delle vendite del 6% entro il 2022, pari a 8,55 miliardi di dollari” In quest’ambito, gioca un ruolo determinante il portfolio e la pipeline vaccini del Gruppo. Tra i prodotti chiave c’è Shingrix, contro il virus dell’herpes zoster, che da solo raggiungerà 1 miliardo di dollari di vendite nei prossimi 5 anni, grazie ai suoi dati di efficacia pari al 90% sulla popolazione anziana, dai 70 anni in poi. Sale sul podio, ma in seconda posizione, anche Sanofi con una crescita attesa del 5%, pari a 8,29 miliardi di dollari di vendite. Una crescita legata principalmente alla vendita dei suoi vaccini: Pentacel, Fluzone e il nuovo anti dengue, Dengvaxia. A soffrire sono e saranno invece Merck e Pfizer, ritenute inizialmente i player del settore con i prodotti Gardasil e Prevnar, ma con una pipeline che non ha convinto gli investitori e la comunità finanziaria. La crescita del mercato per le due big pharma USA è pari a circa il 2% nel prossimo quinquennio. Complessivamente nel settore vaccini GSK, Sanofi, Pfizer e Merck deterranno l’80% del mercato, rimanendo leader fino al 2022, lasciando poche speranze di crescita alle industrie più piccole come Novavax, CSL, Emergent BioSolutions, Mitsubishi Tanabe, Astellas e Dynavax. Secondo EP, l’unica possibilità di risollevare le sorti è nelle mani della Novavax con il suo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale che, nonostante il fallimento dello studio di fase III è considerato dagli analisti “un vaccino che potenzialmente ha dei margini di crescita e di espansione notevoli”

 

 

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