Entro i prossimi 2-3 anni potrebbe essere realizzato il primo vaccino per la immuno-terapia oncologica. È questa l’autorevole opinione di Gerry Messerschmidt, Chief Medical Officer di Precision Oncology, piattaforma scientifica specializzata nei trial clinici oncologici e nell’individuazione dei biomarker predittivi di efficacia. Lo scoglio che finora ha bloccato l’avanzamento degli studi da parte della comunità scientifica è stato l’impossibilità di arrestare la crescita del tumore, con il conseguente indebolimento del sistema immunitario. Un aspetto che a oggi ha reso vanal’azione del potenziale vaccino. Da qui la proposta del medico ricercatore di lavorare sulla composizione stessa del vaccino, includendo al suo interno più di 32 componenti, ognuna dei quali in grado di ‘attaccare’ un elemento della malattia. “In questi ultimi 10 anni – dice Messerschmidt – abbiamo quadruplicato le conoscenze sul sistema immunitario, ma finora abbiamo studiato vaccini con un range d’azione parziale. Un ulteriore ostacolo era dato dal tempo di azione del vaccino rispetto all’avanzamento della malattia. L’obiettivo da raggiungere con le terapie combinate sarà proprio quello di dare al vaccino una funzione di pulizia che permetta di cancellare le cellule cancerogene che restano dopo l’azione delle altre terapie, cosi da tenere l’avanzamento della patologia sotto controllo”. Sulla base di questo principio l’esperto ritiene che si arriverà presto ad avere un vaccino. Su questo campo sono in prima linea le big-pharma del settore con studi e piani di sviluppo per vaccini terapeutici basati sulla terapia combo.
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