Mieloma multiplo: secondo Icer farmaci troppo cari. Ma è polemica

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(Reuters) – Una riduzione del 94% del prezzo dei nuovi farmaci contro il mieloma multiplo per giustificare il loro valore in termini di prolungamento della vita e in assenza di dati sufficienti che ne attestino i benefici. È la richiesta che arriva da un’organizzazione indipendente no-profit che valuta l’efficacia dei farmaci. Il documento, criticato da molte associazioni pazienti e dalla classe medica, è stato tacciato di essere eccessivamente semplicistico in materia di decisioni complesse sul miglior utilizzo di nuove opzioni di trattamento. La Società americana di ematologia ha spiegato pubblicamente che “l’analisi si è limitata alla valutazione nel determinare il prezzo e l’utilità di un nuovo farmaco”.

La bozza del report ha analizzato i regimi terapeutici messi a disposizione da Amgen, Takeda, Bristol-Myers Squibb, AbbVie, Novartis, Celgene e Johnson & Johnson. La valutazione ha riguardato i trattamenti per i pazienti affetti da mieloma multiplo che non hanno risposto alla terapia o con recidive dopo un trattamento.

L’ICER – Institute for Clinical and Economic Review – che si trova a Boston, ha raccolto diversi input da medici, pazienti e assicurazioni, per stabilire il valore dei farmaci ad alto prezzo e di altri servizi medici attivi negli Stati Uniti. Il Gruppo ha poi spiegato che, sulla base degli studi clinici svolti, al momento non ci sono sufficienti evidenze per stabilire i benefici dei regimi terapeutici per questo tumore curato con Farydak, Pomalyst o Darzalex.

Tra i risultati ottenuti dagli studi su ognuno di questi farmaci – messi a confronto con la terapia standard basata su Revlimid e dexametasone (Celgene), la possibilità di vita sembra essere estesa di circa un anno, ma l’extra costo tocca i 173mila dollari per Kyprolis, fino ad arrivare ai 354mila per la cura con Empliciti.

L’ICER ha spiegato che la sua valutazione sul prezzo per il farmaco Kyprolis va dai $673 ai $1,267 per fiala, con uno sconto tra il 32 e il 64% rispetto alla stima dei costi. Il benchmark per Emplicti va da 267 a 588 dollari per fiala (sconto tra il 75 e l’89%), mentre per Ninlaro è tra 181 e 587 dollari per per capsula (sconto tra l’80 e il 94%).

Dalla giapponese Takeda il commento al modello utilizzato dall’Istituto di valutazione è stato che “ci sono significative limitazioni e omissioni che si ripercuotono nella pratica clinica e che limitano l’accesso dei pazienti alle terapie”. Amgen si è detta “preoccupata che l’ICER si sia concentrato sul dare l’allarme nell’ottica del payer, invece che focalizzarsi su un’analisi rigorosa che metta in luce il valore di una cura per un paziente malato di tumore”.

Nessun commento ufficiale sulla questione è arrivato da altre aziende produttrici.

Lo studio ha utilizzato i listini prezzi dei farmaci che spesso sono soggetti a sconti nell’ambito dei contratti con le assicurazioni sanitarie o con altri enti.

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