GSK: Shingrix stellare, ma soffre l’HIV

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Il vaccino contro l’herpes zoster virus di GlaxoSmithKline, Shingrix, sta crescendo velocemente ed è ormai sulla buona strada per superare il miliardo di dollari di vendite nel suo secondo anno sul mercato.

Una buona notizia per l’azienda inglese che si trova, contemporaneamente, a dover affrontare la nuova concorrenza in un altro dei suoi business di punta, l’HIV.

Il vaccino contro l’herpes zoster ha registrato vendite per 454 milioni di dollari nel primo trimestre di quest’anno, contro i 281 milioni del quarto trimestre del 2018. Un risultato che ha battuto le aspettative degli analisti del 43%.

GSK è riuscita a tenere la performance nonostante la domanda superi l’offerta. E mentre l’azienda inglese ha investito 100 milioni di dollari in un sito in Montana per aumentare la produzione, c’è ancora molto spazio per crescere, con le vendite che potrebbero arrivare, nel 2022, a 2,3 miliardi di dollari, ben oltre le stime di consenso.

Il rovescio della medaglia è però il calo del business dell’HIV, sceso di 1,42 miliardi di dollari di vendite, un aumento del 4% su base annua, ma l’1% in meno rispetto alle previsioni.

Il trend potrebbe in realtà cambiare, visto che l’azienda inglese punta al regime a due farmaci per riprendere quote di mercato. Ma per ora tutto dipende dalle vendite di Tivicay, a base di dolutegravir, che non è andato bene nel Q1.

Le vendite del farmaco negli USA sono diminuite dell’8%, anche se in altri mercati Tivicay ha contribuito ad aumentare il valore complessivo del 7% a 487 milioni di dollari. La combinazione a tre Triumeq ha visto un calo del 2% negli USA e anche il totale a livello globale è leggermente inferiore alle aspettative.

Juluca, la prima combo a due con dolutegravir e rilpivirina, non decolla, con un fatturato inferiore alle attese di 89 milioni di dollari.

Anche in Europa, il business dell’HIV di GSK è diminuito dell’8% nel Q1, un declino che sarebbe dovuto alla riduzione dei prezzi imposta dal governo italiano, francese e spagnolo.

Inoltre, negli USA gli analisti prevedono un aumento della competizione sui prezzi, visto il crescente numero di prodotti pronti a entrare nel mercato.

L’unica cosa che potrebbe aiutare ViiV, l’unità di GSK che si occupa del business degli anti HIV, è il fatto che l’azienda punta proprio sui regimi a due farmaci, che faranno la differenza negli USA.

GSK ha potuto anche testare l’impatto del generico di Advair nel mercato americano. Il generico, lanciato a febbraio, ha determinato un crollo delle vendite del farmaco originale del 27% a 176 milioni di dollari e le vendite potrebbero continuare a calare dato che i lanci di generici sono solo appena cominciati.

Infine, c’è da sottolineare che con Emma Walmsley l’azienda inglese ha ripreso l’interesse per l’oncologia tramite l’acquisizione da 5,1 miliardi di dollari di Tesaro e un accordo con Merck KGaA.

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