Emicrania: Amgen e Novartis guidano corsa a nuova classe farmaci

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Amgen e Novartis, con il loro AMG 334, sono in testa nella corsa per l’immissione in commercio di un farmaco contro l’emicrania della nuova classe di bloccanti del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP – Calcitonin Gene Related Peptide). Le due aziende farmaceutiche, infatti, sono confortate dai buoni risultati dello studio clinico di fase III.

Per il trial, Amgen e Novartis hanno arruolato 577 pazienti divisi in due gruppi: uno riceveva un placebo mentre l’altro veniva trattato con una iniezione, una volta al mese, di 70 mg di AMG 334. I pazienti trattati con questo farmaco avrebbero avuto un calo statisticamente significativo dei giorni di emicrania al mese, centrando l’endpoint primario del trial. In particolare, da da otto giorni di emicrania al mese, i malati in cura con il nuovo farmaco hanno avuto in media 2,9 giorni in meno nel corso delle ultime quattro settimane dello studio di 12 settimane, contro 1,8 giorni per il placebo. In totale, dunque, sarebbero 1,1 giorni in meno in confronto al placebo. Inoltre, il profilo di sicurezza del farmaco è stato paragonabile al placebo, il che non dovrebbe porre ostacoli una volta che il medicinale arriverà all’approvazione da parte degli enti regolatori. Considerando però che AMG 334 non è l’unico farmaco ad aspirare ad entrare nel mercato, ci si chiede se effettivamente rappresenterà una svolta per Amgen e Novartis. Attualmente, infatti, quattro farmaci simili e con profili analoghi potrebbero ottenere una rapida approvazione in successione; uno scenario da “guerra” tra aziende farmaceutiche.

Gli altri candidati
Ad oggi, il miglior risultato sembra essere quello registrato del farmaco contro l’emicrania di Teva, che avrebbe mostrato, in un trial clinico di fase II, 2,5 giorni di emicrania in meno al mese rispetto al placebo, mentre i farmaci di Alder Biopharmaceuticals e di Eli Lilly si attesterebbero su 1,1 giorni di riduzione. L’unico vantaggio del farmaco di Amgen e Novartis, dunque, sarebbe rappresentato dal fattore tempo, visto che hanno già ottenuto buoni risultati  dagli studi di fase II  – da presentare per chiedere l’autorizzazione al commercio – e avrebbe anche in corso un altro trial di fase III, i cui risultati sono attesi per fine anno. Dal canto loro Lilly, con LY2951742, e Aldar sono in attesa dei risultati del trial clinico di fase III, mentre Teva dovrebbe finire questa fase di sperimentazione a ottobre 2017.

 

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