Brevetti: Corte Suprema del Canada pone fine alla Promise Doctrine

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(Reuters Health) – La Corte Suprema del Canada, con una sentenza emessa venerdì scorso, ha rivisto le regole sulla copertura brevettuale. In particolare, con una sentenza, i giudici canadesi hanno di fatto messo fine alla cosiddetta Promise Doctrine, secondo la quale bastava che un tribunale decidesse che il medicinale non aveva soddisfatto le promesse che un’azienda aveva avanzato per perdere la copertura brevettuale. Questa sentenza mette fine a una lunga disputa tra Stati Uniti e Canada. Le aziende statunitensi si lamentavano del fatto che fosse troppo facile perdere i brevetti sui farmaci, così hanno spinto affinché la disposizione canadese fosse rinegoziata nell’ambito del North American Free Trade Agreement (NAFTA). I nove giudici canadesi hanno accolto le richiesta di AstraZeneca, promotrice di una causa all’azienda produttrice di generici canadese Apotex, che voleva mettere le mani su un farmaco antiacido. i giudici hanno dichiarato che il farmaco non può perdere il brevetto dal momento che le indicazioni “non possono essere sufficientemente dimostrate o ben predeterminate” prima dell’arrivo sul mercato. Anche Eli Lilly, all’inizio di quest’anno, aveva tentato di sfidare la Promise Doctrine, ma aveva perso. La procedura, entrata in vigore nel 2005, è già stata utilizzata per invalidare quasi 30 brevetti. La Chamber of Commerce statunitense  ha accolto con favore la decisione, sostenendo che la Promise Doctrine “aveva creato instabilità e incertezza che danneggiavano l’innovazione, dal momento che rendeva difficile ottenere o difendere un brevetto in Canada”.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

 

 

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